Valutare la qualità dell’oro nei gioielli è una competenza fondamentale per chi lavora o si sta formando nel settore dell’oreficeria. Questa conoscenza permette di riconoscere con precisione la purezza del metallo, comprenderne il valore e garantire trasparenza ai clienti. Il sistema di carati e millesimi è il riferimento principale per misurare la purezza dell’oro.
Grazie al contributo di mvsgioielli.it, azienda che dal 2015 si occupa di vendere oro a Roma, abbiamo cercato di fare una panoramica tecnica sull’oro e come viene valutato. Praticamente tutti hanno sentito parlare di carati. Ma cosa significa? Per capirlo, dobbiamo fare un passo indietro e iniziare a parlare di millesimi.
Che cos’è il titolo dell’oro e cosa indicano i millesimi
Il titolo dell’oro rappresenta la quantità di oro puro presente in una lega metallica. Questo valore viene espresso in millesimi (‰), un sistema decimale che indica il numero di parti di oro puro su mille parti totali della lega. Ad esempio, un titolo di 750‰ significa che 750 parti su 1.000 sono di oro puro, mentre il restante 25% è costituito da altri metalli, come rame, argento o palladio.
I millesimi non solo determinano la purezza del metallo, ma influiscono anche sulle sue proprietà fisiche. L’oro puro, corrispondente a un titolo di 999‰, è un metallo molto morbido e malleabile, poco adatto alla realizzazione di gioielli che necessitano di resistenza all’uso quotidiano. Per questo, le leghe d’oro contengono altri metalli che conferiscono durezza, resistenza e, in alcuni casi, variazioni di colore.
In Italia, la normativa prevede che il titolo in millesimi sia impresso sugli oggetti in oro per garantirne la trasparenza commerciale. È importante che chi lavora in oreficeria sappia identificare correttamente questo punzone, spesso accompagnato da un marchio del fabbricante.
Cosa rappresentano i carati dell’oro?
I carati (abbreviati in “K” o “kt”) sono un’altra unità di misura della purezza dell’oro, utilizzata principalmente nei paesi anglosassoni e internazionalmente riconosciuta. La scala dei carati va da 1 a 24, dove 24 carati rappresentano l’oro puro al 100%. Oggetti in oro con meno di 24 carati sono leghe, ossia miscele di oro e altri metalli.
Ecco una panoramica delle carature più comuni:
- 24 carati: rappresentano oro puro al 99,9%. Questo tipo di oro, molto morbido, è utilizzato raramente in gioielleria, ma è comune nei lingotti e nelle monete.
- 18 carati (18 kt): costituiti al 75% da oro puro (equivalenti a 750 millesimi). È la caratura più diffusa in Italia per la gioielleria di alta qualità.
- 14 carati (14 kt): composti al 58,5% da oro puro. Sono utilizzati principalmente in mercati come gli Stati Uniti e la Germania, dove la resistenza e il prezzo contenuto sono preferiti.
- 9 carati (9 kt): con il 37,5% di oro puro, rappresentano una lega economica, meno preziosa ma più resistente.
I carati non solo indicano la purezza, ma influenzano anche il colore dell’oro. Ad esempio, una lega con una maggiore quantità di rame assume una tonalità rosata, mentre l’aggiunta di nichel o palladio conferisce una tonalità bianca. In questo contesto, comprendere i carati aiuta anche a scegliere le leghe più adatte per diverse applicazioni.
Carati oro: come capire il valore
Determinare il valore di un gioiello in oro richiede alcune conoscenze fondamentali, in particolare riguardo alla relazione tra carati, peso e quotazione dell’oro. Il calcolo segue questa formula:
Valore dell’oro = Peso (grammi) × Purezza (%) × Prezzo attuale dell’oro al grammo
Ad esempio, un gioiello in oro 18 carati del peso di 10 grammi, con una quotazione dell’oro puro di 50 €/grammo, avrà un valore intrinseco di: 10 × 0,75 × 50 = 375 €.
È importante ricordare che il prezzo dell’oro varia quotidianamente in base alle fluttuazioni del mercato internazionale. Per questo motivo, chi lavora nel settore deve monitorare regolarmente la quotazione dell’oro e applicarla correttamente in base alla purezza del gioiello.
Oltre al valore intrinseco, occorre considerare fattori come il design, l’artigianato e lo stato di conservazione del gioiello, che possono influire sul prezzo finale, soprattutto in gioielli d’epoca o firmati.
Corrispondenze tra carati e millesimi: l’oro 750 o 18 carati
Un concetto fondamentale per chi si avvicina al settore è comprendere la corrispondenza tra carati e millesimi. In Italia e nella maggior parte dei paesi europei, si preferisce utilizzare il sistema decimale dei millesimi, mentre i carati sono più comuni nei mercati anglosassoni. Tuttavia, i due sistemi sono equivalenti e facilmente convertibili.
La corrispondenza tra carati e millesimi è regolata dalla seguente relazione:
- Millesimi = (Carati ÷ 24) × 1.000
- Carati = (Millesimi × 24) ÷ 1.000
Ad esempio:
- 18 kt corrispondono a 750‰, poiché 18 ÷ 24 × 1.000 = 750.
- 14 kt corrispondono a 585‰, poiché 14 ÷ 24 × 1.000 = 585.
Ecco una tabella riassuntiva delle principali corrispondenze:
Carati (K) | Millesimi (‰) | Purezza (%) |
24 K | 999 | 99,9 |
22 K | 916 | 91,6 |
18 K | 750 | 75,0 |
14 K | 585 | 58,5 |
9 K | 375 | 37,5 |
L’oro 750, conosciuto anche come 18 carati, è il più utilizzato nella gioielleria italiana grazie al suo equilibrio tra purezza e resistenza. Conoscere queste corrispondenze è essenziale per comunicare efficacemente con clienti internazionali o per lavorare in mercati diversi.
La comprensione dei carati e dei millesimi rappresenta una base imprescindibile per chi lavora nel mondo della gioielleria. Queste nozioni non solo permettono di valutare con precisione la qualità dell’oro, ma sono anche strumenti essenziali per costruire una carriera professionale solida e credibile nel settore.